La guerra ai passeri di Mao Zedong: un’altra follia della pianificazione economica

Mao Zedong

Nella Cina comunista fra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 fu portata avanzati la cosiddetta “Campagna di sterminio del Passero”, parte del progetto di “Eliminazione dei Quattro Flagelli”, che prevedeva di uccidere dapprima i piccoli volatili, accusati di mangiare il raccolto dei contadini, e poi zanzare, mosche e topi.

Queste campagne furono organizzate dal partito comunista cinese e promosse dal suo leader, Mao Zedong.

La campagna di sterminio dei passeri deve essere inquadrata nel periodo del “Grande Balzo in Avanti”, una politica di mobilitazione popolare volta a trasformare l’economia cinese da contadina a industriale.

Come funzionava la “Guerra ai passeri”?

Nel 1958 Mao Zedong mobilitò i contadini cinesi per sterminare tutti i passeri del paese, accusati di mangiare il raccolto e impedire ai lavoratori di svincolarsi dal lavoro nei campi in favore dell’impiego nell’industria.

Ai contadini fu ordinato di fare rumore con stoviglie e attrezzi in modo da non far posare mai gli uccelli, portandoli infine alla morte per sfinimento.

Contadini cinesi alle prese con la "Guerra ai Passeri" organizzata da Mao Zedong
Contadini cinesi alle prese con la “Guerra ai Passeri”

Furono organizzate squadre di caccia, furono uccisi i pulcini e distrutti i nidi. Non esistono stime di quanti passeri rimasero uccisi, ma se fossero stati anche soltanto uno per ogni abitante si tratterebbe di circa 600 milioni.

Le tremende conseguenze della “Guerra ai passeri”: fame e carestia

L’anno seguente, essendo stati uccisi i principali predatori di insetti come cavallette e altri infestanti, questi ultimi furono completamente liberi di mangiare i raccolti dei contadini, causando una carestia senza precedenti. I raccolti furono immensamente inferiori agli anni precedenti.

Il numero di morti umane fu enorme: le stime ufficiali cinesi, sicuramente sottodimensionate, parlano di circa 15 milioni di morti, ma gli studiosi stimano almeno 45 milioni di decessi.

Il numero di morti senza precedenti portò ad episodi di violenza e cannibalismo, con persone che uccidevano altre per non morire di fame, oppure che mangiavano i cadaveri dei propri parenti. Mao alla fine fu obbligato a cambiare rapidamente la politica dello sterminio del passero, sostituendolo con mosche e zanzare.

Durante il periodo del “Grande Balzo in Avanti” si verificò una forte diminuzione della popolazione cinese, non paragonabile neanche con l’introduzione della politica del figlio unico.

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