Nel 1937 il governo di Londra concedeva alla Birmania l’autonomia dal dominio inglese in India e le classi colte e intellettuali si preparano all’indipendenza.
La nascita dell’Unione Birmana
Il 4 gennaio 1948 nasce l’Unione Birmana, ma subito cominciarono numerose rivolte guidate da due partiti comunisti, “della bandiera rossa” (staliniano) e “della bandiera bianca” (maoista), che volevano l’instaurazione di uno stato socialista.
![Prima Bandiera dell'Unione Birmana](https://www.libertaintesta.it/wp-content/uploads/2021/04/Bandiera-dellUnione-Birmana-1024x569.png)
Oltre alle tensioni politiche emersero subito tensioni etniche, infatti le minoranze tribali che lamentano un processo di birmanizzazione dell’esercito (i militerai non birmani vengono licenziati) e di imposizione religiosa (viene favorito palesemente il buddhismo): emersero così vari scontri e in questa guerra le minoranze etniche si alleano con i comunisti.
In questo stato di crisi permanente il governo democratico della Birmania delega diversi poteri alle forze armate, finché, nel 1962, il generale Ne Win destituisce il primo ministro U Nu, promettendo di riportare l’ordine e instaurando una “democrazia popolare” sul modello sovietico. Si nazionalizzano le terre e le attività economiche e si espellono gli stranieri.
Le rivolte studentesche in Birmania e la salita al potere di Aung San Suu Kyi
I “militari-socialisti” rimangono al potere a lungo in Birmania, ma dopo la rivolta studentesca del 1988, sono costretti a convocare le elezioni nel 1990, vinte dalla figlia del “Padre della patria”, Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la pace. I militari non riconoscono però la sua vittoria.
![Aung San Suu Kyi](https://www.libertaintesta.it/wp-content/uploads/2021/04/Aung-San-Suu-Kyi-edited.jpg)
Il regime militare birmano da decenni anni è stato foraggiato dalla Cina comunista, che rifornisce i militari di armi, minerali, gas e petrolio