Spesso si dice che “fascismo ed antifascismo sono la stessa cosa”.
Analizziamo un attimo questi due concetti che sono molto più complessi rispetto al periodo del secondo dopoguerra.
Il fascismo oggi è diviso in varie correnti, facendo emergere una certa difficoltà a definire obiettivamente cosa sia il fascismo e di conseguenza l’antifascismo: ci sono fascismi religiosi, fascismi autonomisti, perfino fascismi anti-razzisti.
Ovviamente tutti i fascismi continuano ad avere alcuni punti comuni quali la promozione di un’economia socializzata e una proprietà privata che rispetti la funzione sociale e un certo nazionalismo.
E qui emerge un primo problema, cioè che l’economia socializzata e la proprietà privata con funzione sociale mica la vogliono solo i fascisti, ma anche gran parte della sinistra, creando quel fenomeno anticapitalista che chiamiamo rossobrunismo.
In passato ci furono momenti di convergenza tra sinistra e fascismo; Togliatti nel 1936 lodò la Rivoluzione Fascista, per poi parlare di Mussolini come un traditore di tali ideali; Bombacci, un gran comunista creò la propria edizione della Pravda dedicata a Mussolini, e venne fucilato addirittura assieme a lui.
In sostanza definire un fascismo a cui opporsi è ormai complesso.
Il modo migliore di farlo è sostenere un’ideologia che si opponga ai fondamenti del fascismo.
Se il fondamento primario del fascismo è l’essere “antidemocratico” allora basterebbe supportare qualunque ideologia democratica, è questo quello che possiamo chiamare vero “antifascismo”.