Mario Draghi va da Mattarella: è la fine della politica?

Mario Draghi

Ieri sera è stato annunciato che Mario Draghi sarà convocato al Colle dal Capo dello Stato Sergio Mattarella per tentare di formare un governo istituzionale.

Ma chi è Mario Draghi?

Draghi, nato a Roma nel 1947, all’università è discepolo dell’economista Federico Caffè. Consegue un Dottorato in Economia presso il Massachusetts Institute of Tecnology (MIT), una delle migliori università americane. Poi insegna all’Università di Firenze dal 1981.

Negli anni Ottanta, è consigliere economico del ministro del Tesoro Giovanni Goria, che lo designa a rappresentare l’Italia negli organi di gestione della Banca Mondiale.

Nel 1991 diventa Direttore Generale del Tesoro. Negli stessi anni diventa membro del Comitato Monetario della CEE e del G-7 Deputies, e presidente del Comitato di Gestione Sace.

Dal ’91 al ’96 è nel CdA di IMI e dal ’93 presidente del Comitato per le Privatizzazioni. Dal ’94 al ’98 è presidente del G-10 Deputies.

La grande svolta si avrà con lo SME, infatti è Draghi che conduce la difficile trattativa per il rientro della moneta nazionale nel sistema monetario europeo, passaggio chiave per la successiva ammissione all’Euro.

Nel 2001 viene dimesso dal ministro Tremonti e nel 2002 comincia ad operare nel settore privato, venendo assunto dalla banca d’investimento Goldman Sachs.

Nel 2005 rientra in Italia per diventare Governatore della Banca d’Italia. In qualità di governatore si batte per l’innalzamento dei limiti alle partecipazioni che le banche possono detenere in gruppi industriali e alle partecipazioni nelle banche da parte di soggetti non finanziari. Sostiene anche necessità di risanare i conti pubblici, riducendo il debito e tagliando la spesa.

Nel 2011, Mario Draghi assume la guida della Banca Centrale Europea, affrontando la crisi del debito sovrano europeo che stava per mettere in ginocchio grandi economie, come la spagnola e l’italiana.

Basterà questo notevole curriculum ad assicurare a Mario Draghi una maggioranza? Una parte dei 5 stelle vuole insistere su Conte, Fratelli d’Italia comunica un “no” netto e insiste sulle elezioni, la Lega in zona grigia, Forza Italia più possibilista.

Avremo un governo che si dovrà reggere sul gruppo misto e qualche volenteroso? O si cercheranno delle grandi intese serie?

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