I rapporti fra Turchia ed Iran sono sempre più stretti e, dopo l’Iraq e la Libia, il prossimo obiettivo potrebbe essere Israele.
I due paesi, infatti, dopo aver raggiunto un’intesa sulla coesistenza pacifica in Siria, avvenuta su coordinamento e intermediazione russa nel quadro degli accordi di Astana, sembrano aver messo da parte le rivalità anche in altri teatri geopolitici perciò, adesso, lo scenario di un possibile allineamento in chiave anti-israeliana non appare più così remoto.
Se il dialogo tra le due nazioni si trasformasse davvero in una vera e propria alleanza Turchia-Iran, resistente e duraturo, le ripercussioni per la divisione del potere in Medio Oriente e Nord Africa sarebbero profonde.
Coordinamento e cooperazione equivarrebbero a cessare di giocare in partite geopolitiche e combattere in guerre per procura secondo lo schema dell’uno contro tutti. Ad esempio, in Yemen, dove gli Houthi hanno goduto, fino ad oggi, di un appoggio quasi esclusivamente iraniano, un’entrata in scena turca decisa e di peso comporterebbe un serio aggravamento della situazione per i sauditi. Dei segnali a questo proposito vi sono già, poiché la Turchia starebbe sfruttando i porti somali per facilitare il traffico di armi ai ribelli yemeniti.
Cosa succederebbe in Libia ed Israele con un’Alleanza Turchia-Iran?
Gli effetti potrebbero essere notevoli anche in Libia, alla luce dei numerosi giocatori ivi coinvolti e dell’assoluta necessità, per Ankara, di trovare dei partner che, oltre a del supporto diplomatico e verbale, siano disposti ad inviare soldati ed armamenti.
Altrettanto considerevoli potrebbero essere le conseguenze per la sicurezza nazionale di Israele, dato che la certezza di un supporto turco ad eventuali operazioni non convenzionali iraniane, potrebbe fungere da leitmotiv che spinga Teheran a riaccendere Hezbollah, entrato in un lungo sonno nel dopo-guerra del 2006.