Una volta conquistata l’indipendenza, molti dei nuovi leader africani decisero di voltare le spalle ai principi di democrazia e libero mercato che la cultura occidentale aveva portato.
Decisero infatti di ispirarsi a quel mondo che era l’antitesi dell’Occidente imperialista: l’URSS e il socialismo sovietico.
Tuttavia, il modello socialista venne reinterpretato in diverse maniere.
Tanzania
In Tanzania, Julius Nyerere introdusse la dottrina della “Ujamaa”, un misto di socialismo sovietico e valori tradizionali africani.
Seguendo questa dottrina, nella prima Costituzione della Tanzania si affermava: “Lo Stato ha il compito d’impedire l’accumulo della ricchezza, incompatibile con una società senza classi”.
Ghana
In Ghana, il Presidente Nkrumah cercò di ottenere il controllo totale dell’economia da parte dello Stato; tutte le imprese private vennero nazionalizzate, i prezzi e salari vennero stabiliti a tavolino dal governo centrale.
Vicende simili riguardarono anche altri paesi, come: lo Zimbabwe di Mugabe, il Mali di Keita, l’Etiopia di Mengistu.
Quali risultati emersero alla fine?
La Tanzania, quando Julius Nyerere salì al potere, aveva un PIL paragonabile a quello della Corea del Sud di allora. Negli anni seguenti, la fallimentare collettivizzazione dell’agricoltura ha portato il Paese a decenni di depressione economica. Oggi, la Tanzania è uno dei Paesi africani più poveri.
In Ghana, quasi tutte le imprese nazionalizzate dal governo di Nkrumah fallirono sotto il peso della corruzione e della gestione inefficiente. Nel giro di poco tempo il socialista Nkrumah, fautore dell’economia pianificata venne deposto.
Lo Zimbabwe fu afflitto dalla carestia quando Robert Mugabe espropriò le terre dei contadini bianchi per ridistribuirle fra i suoi sostenitori.
Quasi tutti i leader fautori del socialismo africano lasciarono paesi dipendenti dagli aiuti internazionali, senza una classe imprenditoriale, e senza le infrastrutture sufficienti per sostenere un’economia moderna.
Tuttavia oggi sempre più stati Africa i guardano al modello di sviluppo liberale; per esempio con le liberalizzazioni delle proprie economie negli ultimi vent’anni, nell’Africa subsahariana, il PIL è triplicato (quello per capita è raddoppiato), la mortalità infantile si è dimezzata e la vita media si è allungata di dieci anni.